In sintesi
- 🎬 Rocco Schiavone
- 📺 Rai 2, ore 21:20
- 🕵️♂️ Serie noir italiana che segue le indagini e i tormenti del vicequestore Rocco Schiavone, un poliziotto fuori dagli schemi alle prese con casi complessi e i suoi demoni personali, tra atmosfere cupe, paesaggi mozzafiato e una forte componente psicologica.
Rocco Schiavone, Marco Giallini, Antonio Manzini, Rai 2 e il noir italiano tornano protagonisti stasera in tv con un nuovo imperdibile episodio: la terza stagione si apre con “La vita va avanti”, un cocktail perfetto di malinconia, ironia e poliziesco che pone il vicequestore più atipico della serialità italiana di fronte ai suoi demoni. Se siete allergici alle fiction consolatorie e amate storie di uomini imperfetti che si muovono tra paesaggi mozzafiato e ferite dell’anima, l’appuntamento delle 21:20 su Rai 2 è obbligatorio.
Rocco Schiavone, Marco Giallini e Antonio Manzini: perché “Rocco Schiavone” è (già) un classico della fiction italiana
Dimenticate i commissari infallibili e i poliziotti tutte regole: Rocco Schiavone è il lato scuro e cinico della giustizia nostrana. Nato dalla penna geniale di Antonio Manzini – autentico autore culto, vera rockstar del crime letterario italiano – il personaggio interpretato da Marco Giallini è un poliziotto fuori dagli schemi, costretto all’esilio ad Aosta dopo un passato turbolento a Roma. E proprio questa collisione tra la monumentalità nordica e il disincanto romano ha reso la serie un instant cult.
Nel primo episodio della terza stagione, “La vita va avanti”, ritroviamo Rocco all’indomani di una serie di shock personali che lo hanno lasciato psicologicamente alla deriva: l’amico fraterno Sebastiano agli arresti domiciliari, i vecchi compagni Furio e Brizio ormai distanti, il tradimento della donna di cui si era innamorato. Intorno a lui restano solo il fantasma di Marina, amata moglie che non c’è più ma che continua a visitarlo nelle sue allucinazioni, e il giovane vicino di casa Gabriele. In bilico tra resa e rabbia, Schiavone si trova costretto a immergersi – controvoglia – in una nuova indagine in Valpelline, e anche quella scintilla che lo spingeva a cercare la verità sembra essersi spenta. Eppure, proprio questa umanità scomposta diventa il suo superpotere narrativo.
Il talento di Marco Giallini e la forza del cast nella fiction noir italiana
Uno degli elementi che rende unica la fiction è la performance di Marco Giallini, che accende il personaggio di un carisma ruvido e profondamente umano. La sua interpretazione è un vero e proprio case study per chi vuole capire come si trasforma un antieroe letterario in una figura seriale di culto. Al suo fianco, la bravissima Valeria Solarino si conferma una spalla di lusso, mentre la regia nervosa e immersiva di Simone Spada dà ritmo e atmosfera da grande noir europeo alla narrazione.
Attorno a Giallini, una squadra di caratteristi che conoscono a memoria il registro del crime all’italiana: da Christian Ginepro e Massimiliano Caprara a Gino Nardella, senza dimenticare i personaggi ricorrenti come Furio e Brizio, veri e propri cult nel cult per i fan della serie. E va detto che la presenza fantasmatica di Marina – interpretata da Miriam Dalmazio – è un colpo di genio, e rende la serie un raffinato mix tra poliziesco e dramma psicologico.
- Marco Giallini, tra le sue ispirazioni, cita spesso “poliziotti veri” realmente conosciuti nella sua Roma, il che rende la sua prova sorprendentemente autentica.
- I paesaggi ghiacciati della Valle d’Aosta sono sia cornice che personaggio, creando atmosfere che ricordano tanto il miglior noir nordico quanto le pellicole di Jean-Pierre Melville.
Impatto culturale, fandom e turismo noir: il lascito di Rocco Schiavone
Il fenomeno Rocco Schiavone ha un impatto che va ben oltre la classica fiction poliziesca. Innanzitutto, la serie ha scatenato una vera Schivaonemania tra fan a caccia di citazioni e battute diventate meme in rete, innalzando Giallini e i suoi tormenti a simbolo di una mascolinità imperfetta, vulnerabile e (finalmente) fuori dagli stereotipi. La complessità psicologica del personaggio di Manzini, la sua morale “spannometrica”, la malinconia disincantata che filtra la realtà, hanno rinnovato il genere crime nazionale alzando drasticamente l’asticella narrativa. Un dato non banale: ogni stagione porta migliaia di appassionati ad Aosta, in un nuovo turismo “noir” che segue le tracce di Rocco e dei suoi casi, sancendo il successo anche tangibile della saga.
Non mancano neppure i dettagli da veri nerd: i fan della serialità europea noteranno il gusto per le atmosfere cupe, la fotografia studiata e degna di un grande giallo scandinavo, le punte di ironia che scavano (e salvano) dalla pura depressione del personaggio. E la critica non è certo rimasta indifferente: le recensioni parlano di voti stabilmente alti, con una media tra il 7 e l’8, e continui paragoni con i migliori crime d’Oltralpe e d’Oltremanica.
Il contributo dei romanzi di Manzini e la continua evoluzione della serie
- La serie si ispira ai 14 romanzi (più racconti) di Antonio Manzini, ormai parte integrante del patrimonio noir italiano.
- Ogni stagione porta novità di cast, cambi in corsa e nuovi picchi emotivi, segno di una produzione mai pigra.
In una stagione televisiva dove spesso si cerca il comfort food della visione facile, Rocco Schiavone resta un appuntamento da non perdere per chi cerca storie forti, eroi fragilissimi e indagini che scavano più nella psicologia che nelle prove forensi. Accendete Rai 2, e lasciatevi catturare dall’inconfondibile mix di noir, nevrosi e ironia che solo la creatura di Manzini e Giallini riescono a portare nella tv italiana. Altro che “la vita va avanti”: qui la fiction è già leggenda.
Indice dei contenuti