In sintesi
- 🎬 Habemus Papam
- 📺 Rai 3, ore 21:20
- 🧑🎓 Un film drammatico diretto da Nanni Moretti che racconta la crisi esistenziale di un Papa appena eletto, interpretato da Michel Piccoli, alle prese con dubbi, paure e il peso della responsabilità, tra ironia, spiritualità e riflessioni sulla fragilità umana.
Habemus Papam, Michel Piccoli, Nanni Moretti, Margherita Buy e Rai 3: questa sera la programmazione televisiva non lascia spazio a dubbi per chi cerca un film che abbia segnato la storia del cinema italiano recente. Sintonizzati su Rai 3 HD alle 21:20, perché il capolavoro drammatico “Habemus Papam”, diretto da Nanni Moretti nel 2011, torna a farci riflettere e discutere a distanza di più di un decennio dalla sua uscita. Non è solo uno dei film più premiati di quegli anni, ma anche uno di quelli che hanno saputo scuotere e dividere pubblico e critica con intelligenza e ironia sottile.
Habemus Papam e Nanni Moretti: una storia di crisi esistenziale tra Vaticano e umanità
Il film parte da una premessa tanto semplice quanto geniale: cosa succederebbe se, una volta eletto, il nuovo Papa venisse travolto dalla paura e dal peso insopportabile della responsabilità? È questa la sorte che tocca al Cardinale Melville (uno straordinario Michel Piccoli), chiamato improvvisamente a guidare il mondo cattolico ma profondamente travolto dall’angoscia e da una crisi esistenziale paralizzante. L’intervento di uno psicoanalista (Moretti stesso, come da tradizione nei suoi film) e la fuga del Papa per le strade di Roma sono i due motori di una pellicola che indaga con empatia, ironia e intelligenza i limiti dell’uomo anche – e soprattutto – quando occupa il ruolo più alto possibile.
L’impatto culturale del film: tra critica, pubblico e riferimenti cinefili
Al di là della trama, che alterna momenti profondi e divertenti in modo sorprendentemente armonioso, “Habemus Papam” ha lasciato un segno nell’immaginario collettivo per diversi motivi nerd e non. È impossibile non notare la forza visiva di alcune sequenze girate tra le iconiche architetture vaticane e le strade di Roma, capaci di restituire una sensazione di realismo quasi destabilizzante, soprattutto perché in controluce rispetto al surrealismo della premessa.
- Per gli appassionati di cinema, la performance di Piccoli è una delle più memorabili della sua eccezionale carriera, capace di passare dalla compostezza alla disperazione con una delicatezza impareggiabile.
- Il film è stato spesso, e non a torto, messo in parallelo con eventi realmente accaduti solo un anno dopo l’uscita del film, come la storica rinuncia di Benedetto XVI. Moretti, insomma, ha dimostrato una sensibilità quasi profetica nei confronti dei grandi cambiamenti nella Chiesa.
Da segnalare anche l’intenso lavoro del cast di supporto: una Margherita Buy come sempre raffinata e intensa, un Moretti misurato e ironico, e un gruppo di cardinali che tra toni buffi e riflessivi regalano una dimensione corale quasi felliniana all’opera.
Habemus Papam: ironia, spiritualità e premi tra psicoanalisi e Vaticano
Non capita spesso che una pellicola ambientata in Vaticano riesca a mescolare il fascino delle dinamiche interne a una riflessione così laica sulla fragilità dell’individuo. È forse questa la magia di “Habemus Papam”: il film non giudica, non schernisce, ma racconta lo smarrimento di un uomo di fronte al destino, chiedendosi – con una punta di dolce ironia morettiana – se ci sia davvero qualcuno che possa sentirsi in grado di guidare una moltitudine in cerca di conforto e risposte assolute.
Il film ha fatto incetta di premi, tra cui ben 7 Nastri d’Argento e 3 David di Donatello, ed è famoso anche tra i critici stranieri per la sua standing ovation a Cannes, dove rappresentò non solo un’autentica rarità per il cinema italiano contemporaneo, ma anche una scommessa vinta sul terreno dell’ironia intelligente e della riflessione collettiva. Il titolo riprende la celebre formula latina dell’annuncio papale, ma il suo messaggio è più umanista che ecclesiastico: il potere non basta a zittire le paure, la leadership non annulla i dubbi.
Perché guardare Habemus Papam: dialoghi, citazioni e riflessioni
Guardare oggi “Habemus Papam” significa anche riflettere su quanto sia cambiata (o meno) la percezione del potere, della spiritualità e della crisi personale nel corso di questi anni. È uno di quei film che crescono alla distanza, che si fanno ricordare, che finiscono per gettare una nuova luce su eventi del passato e del presente. La regia di Moretti, sempre precisa e sorprendente, e l’interpretazione di Piccoli, indimenticabile, rendono questa visione un appuntamento televisivo da non mancare per chi ama il grande cinema italiano e le storie che lasciano il segno.
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